La Notte di Natale (e Marzia)

Uno dei pochi lavori a teatro dove ho fatto solo l’attore.

Il testo e la regia erano di Giorgio Serafini Prosperi. Il copione lo scelsi tra le decine di proposte di spettacoli che ricevevo in quegli anni (eravamo intorno al 2004/2005). Ero un cosiddetto comico televisivo di successo e molte produzioni mi cercavano. Arrivavano copioni da tutte le parti. Posizione privilegiata per un attore.

Scelsi questo testo perché mi piacque l’idea di lavorare su un personaggio bloccato alla sua infanzia. Si trattava di lavorare sull’essenzialità di un animo purissimo, dove i collegamenti razionali assomigliavano a quelli di un bambino. E Natale è uno dei personaggi più semplici e belli che ho interpretato e su cui ho lavorato.

Lo spettacolo in definitiva era una piece a due. La mia partner sulla scena era Marina La Rosa che interpretava la bella diva della televisione. La produzione era di Claudio Padovani, un produttore che avevo già incrociato nella mia vita.

Le prove durarono un mese. Debuttammo al Parioli di Roma dove restammo un paio di settimane, poi ci trasferimmo a Milano al Ciack e in seguito, ce ne andammo in giro per una mini tournée. Ero contento di entrare nei panni di Natale ogni sera.

Con Marina siamo rimasti in contatto. Anche lei viveva a Trastevere in quel periodo e credo che al di là delle scelte che ha fatto, fosse davvero una brava attrice. Lo credo davvero e non lo dico perché è una mia amica. Glielo dico sempre: «Perché non hai continuato?» Lei ride, fa qualche smorfia, una battuta e poi cambia discorso. Chissà… il mestiere dell’attore è un lavoro strano, dove non sempre i sacrifici sono ricompensati all’istante. Molti deviano, cambiano strada perché non si accorgono dei cambiamenti reali che l’impegno del mestiere ti crea nel tempo.

Anche Giorgio Serafini Prosperi è autore e regista di talento. Quando posso corro a vedere i suoi spettacoli che sono sempre interessanti e innovativi.

Oggi, fine luglio del 2015, dieci anni dopo, frugando su youtube, ho scovato questo promo. Di colpo sono tornato indietro nel tempo.

Mi è bastato rivedere le immagini perché ogni emozione tornasse al suo posto. Spero che un giorno questo spettacolo torni in scena. Mi piacerebbe rivederlo interpretato da un altro Natale.

Un altro Natale… un’altra Marzia. Chissà…

La vita a volte gioca col tempo e con le emozioni, oppure è il contrario: sono le emozioni che girano in tondo e giocano con la tua vita. Oggi è così. Mi sembra ieri che quella porta si apriva e Marzia entrava. Gli occhi si inumidivano. Lei restava lì, in quello spazio magico che si apriva ogni sera, prigioniera di una semplicità a cui a volte, non sappiamo resistere, avvolti come siamo, avvinghiati ai sogni, ai problemi, alle speranze e ai conflitti dei nostri giorni.

Poesia pura, cara Marzia. Poesia pura!

Natale e Marzia sono dentro ognuno di noi. Ognuno che ha visto questo spettacolo si è sicuramente sentito parte di esso. I due personaggi rappresentano esattamente quello che siamo: due bambini che giocano a rincorrersi, sempre in conflitto tra di loro. I due opposti sempre in lotta che, come per magia, per una notte, si incontrano e fanno l’amore in un abbraccio sincero, come luna e sole, all’alba o al tramonto: Iside e Osiride si sfiorano per un solo istante e si riconoscono come la stessa cosa.

Il vostro affezionato Angelo.

QUI… ALCUNE NOTE DI REGIA

 

 

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